TARSO
Tarso, emergente destinazione turistica, affascina i suoi visitatori per il suo alto valore spirituale.
- Molti sono i monumenti religiosi e storici protetti nella terra della tolleranza (la grotta di Eshab-ı Kehf, la Moschea di Makam-ı Şerif, la Moschea di Bilal-i Habeş, la Moschea Ulu, il Tempio Romano …) e altri centri di pellegrinaggio (il Museo monumentale di San Paolo, il Pozzo di San Paolo);
- Città leggendarie (Şahmeran, Yedi Uyurlar, Lokman Hekim);
- Punto di incontro di importanti personaggi storici per l’umanità (il Profeta Daniele, San Paolo, il muezzin del Profeta Muhammed Bilal-i Habeşi) e di filosofi (Aristotele, Cicerone, Athenodorus);
- Artigianato e architettura tradizionale che resistono alla vita moderna;
- Luogo importante lungo la Via della Seta, con la sua fertilità e il misticismo;
- Monumenti, luoghi e oggetti che testimoniano la storia del passato (Porta di Cleopatra, lo Scritto di Tarso, Piazza della Repubblica e la Via Antica);
- La fauna e la flora rigogliose trovano un habitat ideale nella natura di questo territorio;
- Turismo vivace e interessanti attività collaterali;
- Cucina tipica turca, una delle tre cucine più importanti nel mondo.
Vi proponiamo un soggiorno arricchito di avventura, di esplorazioni e di momenti magici,presentato simile ad una festa visiva e informativa … Avrete tanti motivi per scoprire Tarso…
Ci Avviciniamo alla Natura Geografica di Tarso Tarso è il distretto più grande della città di Mersin, situata nella Regione Mediterranea della Turchia che unisce l’Asia all’Europa. Storicamente ha avuto un ruolo molto importante per la sua posizione geografica; coincidono, infatti, il passaggio di Sertavul (che unisce la zona strategica della Cilicia nella parte del Medio-Tauro), con la Via della Seta. Da una parte, il lago Regma, a sud, e il fiume Tarsus (Kyndos), che nel passato scorreva al centro della città,le hanno consentito di essere una città di porto, aperta al commercio marino fin dai primi secoli, fino all’epoca tardo-antica. La posizione geografica e la fertilità del terreno sono stati punti di forza e di incontro delle varie civiltà per secoli.
Conosciamo Tarso in Epoca Preistorica e nel percorso storico
Gli scavi archeologici della grotta di Gözlükule mostrano che la vita è iniziata in queste zone con il Periodo Neolitico ed è continuata fino al Periodo del Medio Bronzo.
I primi abitanti di Tarso sono stati i Luvi, popolo locale dell’Anatolia. Si incontra il nome “Tarsus” per la prima volta nei testi degli Ittiti, verso la metà del 2000 a.C., dove era scritto come Tar-şa. Tar-şa era la capitale del Regno di Kizzuwatna, situata nella pianura cukurova fondata dagli Hurri nella Mesopotamia del nord. Su un timbro, rinvenuto negli scavi di Gözlükule, è stata trovata la scritta “Ispuhatsu, figlio del magnifico re Pariyavatri”. Essendo Ispuhatsu il re di Kizzuwatna (fine del XVI secolo a.C.) giustificava il fatto che Tarso fosse la capitale. A cominciare dalla seconda metà del 2000 a.C., la città fu conquistata dagli Ittiti e poi distrutta con le grandi immigrazioni che fermarono il progresso della civiltà urbana. Nel IX secolo a.C. cominciò un nuovo periodo con l’insediamento degli Assiri e dei Fenici; i commercianti fenici fondarono un centro di commercio, attraverso le miniere e le foreste.Con la conquista dei Persiani, Tarso divenne la capitale della regione (Satraplik) Cilicia, che poi con la spedizione militare in Anatolia fu conquistata da Alessandro Magno (333 a.C.). Dopo la morte di Alessandro Magno, la città fu governata da Seleukos. In questo periodo si diede grande importanza alla città e fu data la delega per la stampa delle monete.
Tarso, con la riorganizzazione amministrativa fatta in Anatolia dal generale romanoPompeio, divenne la capitale della regione della Cilicia (63a.C.) e fu onorata con diverse visite degli imperatori. La città cominciò ad essere governata dai prefetti delegati dal Senato Romano, tra i quali anche il famoso filosofo e retorico Cicerone (50-51 a.C.).
Anche Giulio Cesare arrivò in questa città, dove fece delle riorganizzazioni amministrative; è proprio per questo che la città fu chiamata per un periodo “Juliopolis”. È stata anche il luogo di incontro e di decisioni politiche tra Marco Antonio e Cleopatra, i quali divennero governatori dell’Impero Orientale dopo la morte di Giulio Cesare. La decisione della rivolta fu importante per la storia della città. Dopo la sconfitta di Marco Antonio contro Augusto ad Aktum (31.a.C.), Roma si unì sotto il governo di Augusto, mentre i famosi filosofi Athenodoros e Nestore servirono come prefetti, portando la città di nuovo ai brillanti tempi di una volta. In questo periodo Tarso divenne famosa per i suoi filosofi e per l’università e fu anche la città dove nacque San Paolo, aiutandolo a formare la sua personalità filosofica.
Nel periodo romano, soprattutto con la visita dell’imperatore Adriano, cominciarono i processi di ricostruzione (123 d.C.). Tarso conservò l’importanza nell’ultimo periodo romano (IV – V sec. d.C.) e nel periodo dell’Impero Romano d’Oriente (Bizantino), successivamente si indebolì a causa delle spedizioni arabe (VII sec. d.C.). A seguito della conquista della città da parte dei Grandi Selgiuchidi (1085) le insidie e le conquiste continuarono. Dopo le crociate e il dominio bizantino, la città fu riconquistata dall’impero ottomano, nel periodo dal Sultano Yavuz Selim. In questo periodo, la città divenne un importante centro per il commercio, l’industria e la cultura della pianura Cilicia. Durante la guerra d’indipendenza Turca, fu assediata per un periodo dai francesi, poi liberata il 27 dicembre 1921. Tarso ancora conserva
la sua importanza come città-distretto della città di Mersin.
L’INCONTRO CON LA STORIA ATTRAVERSO I MONUMENTI
E GLI AFFASCINANTI AMBIENTI SOPRAVVISSUTI FINO AD OGGI
Tumulo di Gözlükule
Il Tumulo di Gözlükule, formato da due colline, è lungo 300 m e largo 22 m. Gli scavi archeologici iniziati nel 1935 segnalano la presenza di abitazioni locali sin dal periodo del Primo Neolitico fino ai tempi dell’Impero Ottomano. Nei 33 livelli osservati ci sono vari oggetti archeologici importanti fra cui la Ceramica di Cilicia, Mesopotamia e Micena, i muri d’argilla a base di pietra del periodo dell’età primitiva del Bronzo, case e vie strette, i residui del periodo tardo-neolitico, resti di un tempio a Hattusas, complessi ricostruitivi del Periodo primitivo. Le scoperte archeologiche (soprattutto i livelli che appartengono all’età del bronzo antico fino al periodo degli Ittiti), indicano un’importante presenza di informazioni relative alle antiche relazioni dei Paesi del Mediterraneo Orientale, Cipro ed Egitto. Tra questi livelli, per esempio, un monumento della civiltà ittita documenta la presenza di scritti speciali in Anatolia. Sono da vedere i resti dell’impianto di lavorazione del bronzo, i timbri scritti con l’alfabeto geroglifico e cuneiforme, i vasi in ceramica di Cipro, gli stampi assiri, i timbri di terracotta.
La Via Antica (Via dell’Ovest)
La Via Antica, scoperta nel 1993 con uno scavo-base, mostra il fascino della città di duemila anni fa. È interessante il fatto che questa via, che è stata usata per secoli, fu percorsa anche dalle personalità più importanti del tempo, fra cui San Paolo, Cicerone, Giulio Cesare Augusto, Athenedoros, Nestore, Cleopatra, Marco Antonio, Augusto e Adriano. Oggi la Via, che si trova in mezzo alla città, formata da sassi posizionati con sistema poligonale, è larga 6,5 metri, dalla quale è stata portata fuori una parte di 60 metri. La sua forma a spina di pesce e i pozzi che si trovano ai lati mostrano la sua diversità dalle altre vie. Ad ovest della via c’è una piattaforma con colonne mentre ad est si trova una casa romana probabilmente costruita dopo la Via. Questa casa con il cortile a mosaici del IV-V secolo d.C. indica la lunga presenza della Via.
Porta di Cleopatra
È la porta principale della città che si apre verso ovest ed è l’unico residuo delle mura della città. Si trovano varie denominazioni della porta: “Porta di mare” per la sua vicinanza al porto, ”Porta di Silifke” per la sua posizione sulla via verso Seleukia e anche “Porta San Paolo” secondo gli scritti del XIX secolo. Le indagini, fatte in base al materiale di costruzione, mostrano che la porta fu costruita verso la fine del periodo Bizantino o durante il periodo degli Abbasidi. Inoltre, si presuppone che ci fosse un’altra porta nel punto dove c’era la Porta di Cleopatra. L’altezza della porta ad arco è di 8,50 metri e la larghezza è di 5,60 metri. Negli ultimi anni ha avuto ristrutturazioni, compreso l’arco principale. Oggi sono raccontate diverse storie riguardanti questa porta come le grandi iniziative di ricostruzione di Marco Antonio per la riorganizzazione di Tarso (dopo il 41 d.C.), l’affascinante entrata di Cleopatra con la sua nave unica al mondo, che poi fece diventare Tarso un centro importante e una città dove batteva il cuore del mondo e infine dove si svolse la storia d’amore di Cleopatra e Antonio.
Terme Romane (Sottopassaggio – Sottarco)
Uno dei monumenti dell’epoca romana di Tarso è il Bagno Romano, costruito con la stessa tecnica del Tempio di Donuktaş, di cui è contemporaneo. Date le sue dimensioni, fu aperto un passaggio per facilitare il transito nei quartieri circostanti, senza danneggiare il monumento. I resti oggi presenti sono formati da due grandi blocchi. Un blocco si trova nella direzione est-ovest, un altro perpendicolare al primo in direzione nord-sud (largo 3 metri e lungo 9 metri). Nel punto di coincidenza di questi blocchi, si trova un piccolo cortile coperto da una cupola. Fu costruito secondo la tecnica del cemento romano. Durante gli scavi fu scoperta una piscina nel cortile, sotto la quale c’è un sistema di riscaldamento (hypokaust).
Donuktaş (Tempio Romano)
Questa massa gigantesca di pietra che avrebbe dovuto essere l’edificio più grande della zona come Tempio Romano non è mai stato completato. Inizialmente si pensava che l’edificio appartenesse al periodo di Adriano o di Settimio Severo, ma recentemente, osservando le caratteristiche architettoniche dell’anfiteatro di Side e del Tempio di Tyche (tempio N1 e N2,edificio M) si è arrivati alla conclusione che appartenga al periodo degli Antoninii, in particolare a quello di Commodo. Questa struttura imponente ha una base rettangolare di 100×43 metri e la roccia conglomerata la rende ancora più interessante. Studiando i massi di pietra, si è scoperto che erano di cemento armato romano e le pareti erano alte 8 metri rafforzate con blocchi di pietra calcarea.
La Via Romana (Sağlıklı)
È fra la vie romane più importanti che si possono osservare ancora oggi. La via è lunga 2 km e si trova sul colle Sağlıklı, a 15 km di distanza da Tarso, costruita con pietra calcarea. È ritenuta una delle vie più importanti anche perché collega la regione mediterranea alla regione dell’Anatolia dell’Est. Probabilmente fu costruita nel I secolo e usata fino alla metà del IV secolo. Nei tratti rimasti sono stati messi dei sassi di calcare e dei marciapiedi ai lati per evitare ai mezzi di andare fuoristrada. Nel punto della via dove si può vedere il mare, si trova una porta antica, che però non sappiamo perché e quando fu costruita.
Nuovo Hammam (Bagno Turco)
Edificato nel 1785, è composto da uno spogliatoio, un Tepidarium e un Calidarium. Si arriva allo spogliatoio dalla parte ovest tramite un passaggio a labirinto. Questa parte, coperta da una cupola abbastanza grande, fu poi trasformata in due piani. Il Tepidarium fu progettato in forma rettangolare e coperto da due piccole cupole. Invece la parte della caldaia che si trova nella parte nord dell’edificio ha una base quadrata con una cupola. Nei quattro angoli si trovano piccole celle con la cupoletta per lavarsi. In mezzo c’è la piattaforma principale e intorno a questa le quattro piccole vaschette d’acqua. Questo Hammam, che rispecchia le caratteristiche della cultura turca, con la sua bellezza architettonica ospita i turisti come nei tempi antichi.
Posamine Nusret (Nusrat)
È fra le posamine più importanti e famose del mondo. La nave originale ristrutturata e protetta da professionisti, è esibita in un museo all’entrata di Tarso. Si ricorda il suo eroico combattimento che ha stabilito i confini del mondo di oggi, contro la cosiddetta “Armada Magnifica”, fermando la flotta navale più forte dell’epoca il 18 marzo 1915. La Posamine Nusret è stata costruita nel 1912 nella città di Kiel, in Germania, e divenne parte della flotta ottomana nel 1914. Larga 7,4 metri e lunga 40 metri, la nave poteva navigare con una velocità di 15 miglia/h. È stata inviata a combattere nello stretto dei Dardanelli per la sua capacità di muoversi nelle acque strette, e successivamente congedata dopo aver eseguito il suo compito fino al 1955. Dopo tanti anni, la nave ormai stanca, affondata nel porto di Mersin, fu portata in tre pezzi a Tarso, con un impegno del Municipio di Tarso, fu rimontata e ristrutturata. La nave oggi è situata nel parco dedicato alle migliaia di martiri, è visitata dai turisti stranieri e turchi, con grande interesse e rispetto.
VEDERE RARI OGGETTI DELLA RICCA EREDITÀ CULTURALE
Museo di Tarso
Il Museo di Tarso, aperto nel 1971 presso il monastero di Kubat Paşa, si è trasferito nel nuovo palazzo nel 1988. Il museo, progettato in tre piani, mostra gli oggetti acquistati e trovati negli scavi archeologici nelle vicinanze di Tarso. Nella sala superiore, a parte gli oggetti etnografici, è esposto anche un prototipo di una casa tipica di Tarso, con le caratteristiche della cultura Turkmen della pianura della Cilicia. Gli oggetti dell’età Neolitica, del periodo Paleolitico, Calcolitico, del Bronzo Antico, degli Ittiti, Urartu, dei periodi Romano, Bizantino e Ottomano, sono parte della storia dell’antica Tarso. Nella prima sezione della sala inferiore, sono esposti oggetti degli scavi del tumulto di Gözlükule, di Donuktaş, della Fossa di San Paolo e dell Mausoleo Romano. La sezione cronologica e le opere monumentali, statue, tombe di marmo, oggetti architetturali dello scavo di Donuktaş e la “collezione di denari” che contiene oggetti dal VI secolo a.C. fino all’epoca tardo ottomana, sono fra i più importanti. Oltre a questi, il museo è dotato di una sala conferenze e anche di una libreria e di un laboratorio.
I CENTRI RELIGIOSI E DI PELLEGRINAGGIO SONO SALVAGUARDATI
NELLA TERRA DELLA TOLLERANZA, L’ANATOLIA
Il Pozzo di San Paolo
Uno dei personaggi che hanno dato il maggior contributo all’espansione della religione cristiana e che è stato tra i primi teorici del cristianesimo è San Paolo, nato a Tarso. Il cosiddetto edificio storico “Pozzo di San Paolo”, riconosciuto come la casa di San Paolo, è situato nel cortile di una casa. Si presuppone che la fossa, che si trova a 200 metri dalla Via Antica verso nord-est, fu costruita in nome di San Paolo e i resti trovati qui furono visitati per anni dalla gente locale. All’epoca, quando la maggioranza della gente di Tarso era cristiana, si credeva che l’acqua sotterranea sorgente dal pozzo fosse santa e salutare. Gli scavi archeologici fatti intorno a questa fossa hanno messo in evidenza la presenza di tanti strati di cultura Romana, Bizantina e Ottomana. Il monumento, salvaguardato attraverso varie ristrutturazioni, è di grande interesse per i turisti, soprattutto per i pellegrini.
Museo Monumentale di San Paolo
Dopo il IV secolo d.C. con il riconoscimento del Cristianesimo da parte dell’Imperatore Costantino, sono finite le oppressioni religiose e le chiese hanno iniziato ad aumentare. Dopo il V secolo d.C. furono edificate tante chiese in nome di San Paolo. Alcune di queste furono edificate nella città di nascita di San Paolo. Oggi, solo alcune esistono e per questo la chiesa monumentale di San Paolo ha un’importanza particolare.
Fu edificata sopra un’area di 460 mq e la porta monumentale d’ingresso è rivolta a nord; subito dopo, a destra, c’è il pozzo della chiesa. La struttura ha una base rettangolare ed è piuttosto semplice; verso ovest c’è un soffitto di colore azzurro sorretto da quattro colonne. Agli angoli ci sono disegni di piante. Dietro c’è la porta principale con l’arco con due finestrine ai lati. Le colonne sono in stile corinzio. Sul pavimento della chiesa ci sono parti di marmo bianco e nero, dove solamente il punto di preghiera è evidenziato con forme triangolari. Nel punto dove la navata centrale incrocia l’abside si trova un separé di marmo. Le rientranze sulle pareti furono fatte per collocarvi piccole statue e le icone dei santi. Ad est della navata centrale sopra l’abside accanto alla finestra rotonda si trova un affresco di due angeli sopra le nuvole. Sotto la finestra invece c’è l’affresco di un paesaggio. Sopra gli angeli è riportata un’immagine a forma di occhio. Nella scena seguente si descrive Gesù incoronato con gli evangelisti intorno. I personaggi sono vestiti di colore blu e rosso. Gesù ha la mano destra in avanti, mentre gli evangelisti scrivono il Vangelo.
Davanti a sinistra invece, c’è la figura di Luca con un toro e dietro Matteo. Questa figura è danneggiata nella parte superiore e solo una parte del nome è leggibile. A destra c’è Marco con il leone e dietro di loro Giovanni con l’aquila. Ci sono altre due piccole porte a nord e sud della chiesa. A sud, ci sono le scale doppie che collegano il piano superiore al pianoterra. Al piano superiore – un soppalco di legno che si affaccia sulla navata centrale – si trovano sono dei disegni panoramici. Sull’abside si affacciano finestre simmetriche per consentire l’illuminazione della chiesa. Le finestrine che si trovano sulle porte sono a forma di croce. A nord-est dell’edificio si innalza il campanile.
La chiesa, dopo la ristrutturazione fatta nel 1862, ha preso l’aspetto che ha tutt’oggi. A seguito dell’abbandono di Tarso da parte del popolo cristiano nel 1923, l’edificio venne usato per vari scopi. Nel 1994 venne certificato come edifico di valore culturale, è stato preso sotto la protezione del Ministero della Cultura ed è stato nominato museo monumentale. I lavori di restauro sono stati fatti soprattutto a livello architettonico e nel recupero degli affreschi.
La Grotta di Eshab-ı Kehf La Grotta di Eshab-ı Kehf è il centro più importante in Anatolia per la credenza sui Sette Dormienti, leggenda conosciuta in diversi luoghi del mondo. La grotta si trova a 12 km a nord di Tarso, nelle vicinanze del monte Enculus. È una cavità naturale a forma di grotta che copre circa 200 mq di area chiusa, alla quale si accede dal livello terreno con una scala di 15 gradini. Sopra la grotta c’è una moschea. Alla moschea, costruita nel 1872, fu aggiunto un altro minareto con tre logge.
Ci sono vari documenti informativi riguardanti Eshab-ı Kehf. La storia, raccontata sia da cristiani sia da musulmani, la cui data non si sa esattamente, viene citata nei versi del Corano con il nome Eshab-ı Kehf. E questo ci fa capire la sua importanza. Anche se oggi vengono raccontate varie versioni dell’evento, la base della storia è la stessa. L’imperatore romano venne a visitare Tarso dopo tanto tempo che San Paolo stava diffondendo la religione
cristiana. L’imperatore fece chiamare sette giovani che credevano in un unico Dio, mentre nell’Impero Romano la credenza pagana era ancora diffusa. L’imperatore rimproverò i giovani per la loro credenza in un solo Dio e li minacciò con la morte se non avessero cambiato culto. I giovani, che non volevano cambiare, sfruttando i giorni dati dall’imperatore per riflettere, andarono in questa grotta e cominciarono a dormire; dormirono per 309 anni,
come per miracolo. Fra loro, il primo che si svegliò (Yemliha) andò in città per comprare da mangiare, ma vide che tutto era cambiato. Quando la gente della città si accorse che il denaro che il giovane teneva era molto antico e che la storia raccontata non era normale, decisero di andare alla grotta, dove non videro niente a parte un nido di uccelli con sei uccellini. Nella versione islamica si racconta che quando arrivarono alla grotta videro sei altri giovani che pregavano nella maniera della religione islamica. Quando Yemliha entrò nella grotta di nuovo, questi sette giovani scomparvero.
Ai giorni nostri, questa grotta, una delle destinazioni del turismo culturale e religioso, è diventata anche un importante centro grazie ai restauri realizzati.
Moschea Ulu Fu costruita nel 1579 da Ibrahim Bey, figlio del Signore della Signoria di Ramazanoğlu Piri Mehmet Paşa. È un edificio composto di tombe, scuole e con una torre dell’orologio aggiunta nel 1895. Se si osserva in dettaglio, si nota che nel posto dove ora sorge la moschea doveva esserci in precedenza un altro monumento. Vicino al muro est ci sono le tombe di St. Sit, St. Lokman Hekim e Califa Me’mun. La moschea fu progettata in tre navate principali verso il mihrab. C’è una specie di gazebo in mezzo al cortile vicino alla parte nord dell’edificio. Nelle parti nord-est e nord-ovest ci sono due minareti. Si capisce dagli scritti che il minareto a nord-ovest fu costruito nel 1363 ed è appartenente a un’altra moschea. Il secondo minareto fu riedificato nel 1895 come torre dell’orologio dal Prefetto Ziya Paşa.
Moschea di Makam-ı Serif e Tomba del Profeta Daniele La moschea ha la base rettangolare con volte e archi, fu costruita nel 1857 e dopo 10 anni le venne aggiunto un minareto e un altro edificio. Nel nuovo palazzo ci sono tre porte che si aprono verso il palazzo antico e con tre scalinate si scende al piano principale, il quale è coperto da una cupola bassa. L’abside è dritto e semplice. A ovest c’è la tomba del Profeta Daniele. L’importanza della moschea proviene soprattutto dalla presenza della tomba del Profeta Daniele. In un anno di carestia, il Profeta fu invitato in città e al suo arrivo portò l’abbondanza e il Profeta non tornò più a Babele e quando morì fu seppellito dove oggi c’è la Moschea Makam. Quando il Califfo Omer conquistò Tarso nel 638-639 d.C. la tomba del profeta fu aperta e fu trovato un corpo alto coperto da un tessuto ricamato d’oro. Sul corpo fu trovato un anello sul quale c’era un disegno di un bambino fra due leoni, un maschio e una femmina che leccavano il bambino. Per impedire che gli ebrei prendessero il corpo, il Califfo ordinò di seppellirlo più profondamente e di far passare una parte del fiume Berdan sopra il sepolcro. Infatti, durante gli ultimi lavori di restauro della moschea, furono trovati dei tombini di ferro e il corpo del Profeta si trova molto al di sotto di questi.
La Moschea dell’Antica Chiesa È uno dei luoghi più antichi di preghiera di Tarso. Gli esperti pensano che questo edificio fu una delle chiese dedicate a San Paolo e venne edificato nel 1102 come Cattedrale di San Paolo. È interessante per la sua architettura in stile romano. Fu trasformato in moschea subito dopo la conquista di Tarso da parte di Ramazanoğlu Ahmet Bey da Karamanoğulları. Venne rifatta edificando un’abside al posto della porta a sud; un’area di preghiera pubblica nella parte nord e delle camere ai due lati della sala centrale. Inoltre fu aggiunto un minareto all’angolo sud-ovest dell’edificio. Si entra nel giardino passando da una porta ornata. L’edificio copre un’area di 460 mq. La sala, alla quale si accede da una porta principale sul lato ovest, è larga 19,30 metri e lunga 17,50 metri. Al centro del soffitto della sala principale, ci sono disegni di Gesù al centro, Giovanni e Matteo a est e Marco e Luca a ovest. Al lato nord-est dell’edificio c’è un campanile. L’edifico fu soggetto ad un grande restauro.
Moschea di Bilal-i Habeşi È la moschea storica edificata nel punto dove Bilal-i Habeşi, il Muezzin del ProfetaMaometto, cantò e fece la preghiera. Pur non sapendo la data esatta della costruzione, ci sono documenti riguardanti la moschea datati 1519. La moschea è di struttura semplice; passando dalla sala pubblica con tre colonne a nord-est, si arriva alla sala principale. La sala pubblica è coperta da tre cupole curve, mentre la sala principale è coperta da un’unica cupola. L’accesso alla sala di preghiera è consentita da una porta semplice. Dentro l’edificio c’è un posto speciale simboleggiante la sede di Bilal-i Habeşi.
ARRIVIAMO AL PUNTO D’INCONTRO DEI PERSONAGGI CRUCIALI
PER L’UMANITÀ E DEI FILOSOFI
Profeta Daniele Il Profeta Daniele visse nell’epoca del II Re di Babele Nebukadnesar (605-562 a.C.) e a parte il suo interesse per le scienze, era conosciuto anche per le sue premonizioni. Secondo la storia il Re Nebukadnesar quando sognò che un figlio maschio nato dalle dodici tribù di Israele avrebbe portato la fine del suo regno, ordinò l’omicidio di tutti i neonati delle dodici tribù di Israele. Il Profeta Daniele quando nacque fu portato dai genitori in una grotta, dove fu allevato da due leoni, un maschio e una femmina. Quando crebbe e diventò un giovane, entrò di nuovo nella sua tribù per salvare il suo popolo dalla schiavitù dei Babilonesi, grazie alla sua capacità scientifica e alle sue premonizioni. Viene ricordato come il profeta che portò l’abbondanza. Il Profeta Daniele è uno dei profeti citati nella Torah, proveniente dalla famiglia del profeta Davide.
San Paolo Saul, nato all’inizio del I secolo d.C. a Tarso da una famiglia aristocratica, aveva lo stato sociale più elevato dell’epoca: la cittadinanza romana. A quell’epoca Tarso era una città di grande importanza, ricca e sviluppata, anche culturalmente, infatti una delle scuole di filosofia più importanti dell’epoca fu fondata a Tarso. L’apostolo ha avuto qui i suoi primi
insegnamenti, poi ha continuato l’istruzione a Gerusalemme, dove andò per finire gli studi. In quel periodo conobbe il cristianesimo; all’inizio fece parte dei movimenti contro i cristiani e per lungo tempo cercò di cambiare le scelte dei discepoli di Gesù. La leggenda trasmessa fino ad oggi, anche tramite la Bibbia, cominciò quando San Paolo sognò Gesù sulla via di Damasco, mentre inseguiva i cristiani che scappavano. A parte la leggenda, ebbe un posto molto importante nella Chiesa Cattolica, fino ad essere uno dei suoi fondatori, insieme a San Pietro.
Anatolia dietro a San Paolo San Paolo si è dedicato a diffondere e a raccontare il cristianesimo fino ad essere messo in carcere e morire, e con questo obiettivo ha fatto tre grandi viaggi. La maggior parte di questi viaggi fu fatta in Anatolia occidentale. Il primo viaggio inizia sulla nave che va da Samandağ-Seleukia Piereie verso Cipro, poi da lì al porto di Baf e Perge. Il resto del viaggio sulla strada prima a Yalvaç (Antiochia di Pisidia) poi a Konya (Ikonion) e infine a Derbe via Hatunsaray (Lystra). Di qua a Samandag con la nave e poi a Gerusalemme via Antiochia, terminando così il primo viaggio.
Cominciò il suo secondo viaggio nel 50-53 d.C con un cittadino romano di nome Silas, partendo da Antiochia, proseguì a Troia via Anatolia incontrandosi con Luca e da lì verso la Macedonia. Intanto fondò nuove chiese a Filippi, Salonicco e Veroia e con l’aumentare dei pericoli, passò a Corinto via Atene, dove restò per due anni.
Il terzo viaggio ebbe inizio nell’anno 53 d.C. da Efeso verso le Isole Greche. Da lì arrivò in Grecia e poi in Macedonia. Grazie a questi impegni, San Paolo veniva riconosciuto come un “annunciatore” che dà la gioiosa notizia dell’arrivo della Bibbia. San Paolo, grazie alla sua formazione a Tarso e a Gerusalemme, grazie alle sue capacità e soprattutto grazie al suo impegno per il Cristianesimo, fu benedetto dalla storia come “San Paolo di Tarso”. In più, grazie al coraggio e alla determinazione mostrata nel fondare nuove chiese e annunciare la Bibbia insieme a Pietro, viene chiamato anche con il titolo di “Apostolo di Tarso” anche se concretamente non è stato uno dei 12 apostoli che sono stati accanto a Gesù.
Nel I sec d.C., la Cilicia, la Cappadocia, la Liconia, la Pisidia e la Pamfilia sono state le prime zone a cominciare a vivere il Cristianesimo. Nonostante le circostanze svantaggiose dell’Impero Romano, grazie alla capacità retorica dell’Apostolo il numero dei suoi discepoli è incrementato in poco tempo, inoltre hanno avuto grande importanza le sinagoghe trasformate in chiese. Però i romani, che erano preoccupati e contro il movimento del Cristianesimo, lo portarono a Roma per processarlo e secondo le fonti storiche, mori lì circa nel 60 d.C.
Dopo la sua conversione al Cristianesimo, San Paolo fu immolato e oggi è uno dei simboli maggiori del Cristianesimo. Il teorico e il filosofo che regolò e liberò il Cristianesimo dall’essere una parte della religione ebraica, oltre ad essere fondatore di tantissime chiese, si conosce come San Paolo di Tarso e ancor di più, come un cittadino anatolico. Per l’amore di cui seppe circondarsi, viene chiamato anche “Apostolo di Tarso”; mentre le lettere che scrisse durante i suoi viaggi, al dì la da essere importanti come opere della letteratura cristiana, lo sono anche per la presenza di informazioni dettagliate riguardanti il mondo dell’epoca.
VIVERE IL MISTERO DELLA CITTÀ DELLE LEGGENDE
Il Bagno di Şahmeran (Hamam Antico)
L’Hamam di Şahmeran, interessantissimo per le sue leggende, fu costruito sulle basi dell’antico Bagno Romano. L’edificio storico, ristrutturato in diversi anni, porta le caratteristiche di un bagno turco in base all’architettura e alle misure. Lo spogliatoio situato all’ingresso dell’edificio, la sala da bagno coperta da una cupola e l’ultima sala completano la struttura. Il pavimento di marmo e le pile sono interessanti da vedere. La sala principale è dove si crede che Şahmeran morì. Oggi i visitatori vengono sorpresi sia dalle leggende che si raccontano sia dall’architettura del bagno.
La Leggenda di Şahmeran La leggenda di Şahmeran è forse quella più interessante fra le storie di Tarso. Questa leggenda racconta la storia di Şahmeran, una creatura con corpo di serpente e testa di uomo, e di un giovane che si chiamava Cansab. In breve racconta la storia di come un segreto condiviso per amicizia diventa fonte di eventi non voluti, e di come un tradimento porta alla morte.
La storia comincia quando Cansab scende in una fossa per prendere un po’ di miele, ma scendendo arriva nel mondo sotterraneo dove vive Şahmeran. Con il tradimento dei suoi amici, Cansab è costretto a rimanere nel paese di Şahmeran. I serpenti gli danno la caccia, lo catturano e lo portano davanti a Şahmeran. Mentre Cansab racconta tutto quello che è successo, Şahmeran racconta i suoi segreti a Cansab. Avendo paura che Cansab possa portare questi segreti in superficie, lo costringe a rimanere sottoterra. Cansab, anche se prova a vivere sottoterra, non riesce a rimanervi a lungo e prega Şahmeran di andare via. Şahmeran accetta questa richiesta chiedendogli di non svelare a nessuno i segreti condivisi e anche di non andare mai al bagno pubblico (hamam) perché lavandosi, la sua pelle si trasformerebbe in pelle di serpente e tutti capirebbero che Cansab ha visto Şahmeran.
Cansab così ritorna in superficie e non racconta a nessuno quello che gli è successo. Dopo poco tempo il re del paese si ammala e Şahmeran, essendo l’unica persona in grado di curarlo, iniziò ad essere cercato dai soldati che per trovarlo portano tutte le persone all’Hamam proprio perché bagnandole possono scoprire subito chi di loro ha visto Şahmeran. Cansab pensa di nascondersi, però poi viene trovato e portato all’hamam dove bagnandosi tutta la sua pelle si trasforma in pelle di serpente e cosi si scopre il suo segreto. Cansab venne costretto a dire ai soldati il posto dove Şahmeran è nascosto. Şahmeran, cacciato in breve tempo, viene portato in città, ucciso e diviso in tre pezzi da portare al Re. Il Re, ormai curato, come regalo e ringraziamento, fa diventare Cansab il suo Visir. Secondo la leggenda nessun serpente sa questa storia e il giorno in cui si saprà, i serpenti attaccheranno tutti gli uomini.
Lokman Hekim (Medico)
Si crede che a Tarso ci sia la sede del Lokman Hekim, il quale per alcuni è un profeta e un poeta e per altri un medico. Per questo motivo ci sono tante leggende su di lui. Si racconta che la sua vita fosse l’insieme della vita di sette aquile e che quando mori l’ultima delle sette che allevava, morì anche lui. Si dice anche che sia parente del Profeta Eyup e del Profeta Abramo, addirittura ci sono leggende che affermano che fosse Esopo e che conoscesse il Profeta Davide. A Tarso e nelle vicinanze è conosciuto come medico, conoscitore dei segreti per la salute e delle medicine per ogni tipo di malattia. Si racconta anche che sia la persona che trovò il segreto dell’immortalità, ma il foglio su cui scrisse la formula gli fu strappato dalle mani dal vento e volò nel fiume Berdan o Ceyhun. E così la formula dell’immortalità affondò nelle acque profonde del fiume.
ARCHITETTURA CHE RESISTE ALLA VITA MODERNA
Le case di Tarso
A Tarso è possibile vedere esempi di una architettura civile formata dalla multiculturalità dell’ultimo secolo. Le case di Tarso sono anche dei rari esempi dove la varietà della architettura tradizionale ha potuto conservarsi. Quasi tutte le case di Tarso sono situate dentro le mura della città. Le case presenti oggi sono quelle cambiate nel trascorrere degli anni secondo le necessità, per esempio con l’aggiunta della cucina e del bagno. La forma esterna è conservata in gran parte, a parte i soffitti che prima erano coperti di terra e ora sono coperti di tegole o cinquina. Nella composizione architettonica delle case messe in fila ai lati delle vie strette, si osserva l’armonia del sasso, della terra e del legno. Il pianoterra è di solito pianificato come “il piano di lavoro”, nelle case messe orizzontalmente o verticalmente alla via principale. È prevista in ogni casa, piccola o grande, un cortile. Questi spazi dove si passava la maggior parte della vita quotidiana, anche se dietro grandi muri, aveva l’aspetto di un piccolo giardino sereno. La parte più affascinante della tradizione architettonica di Tarso è la forma delle porte. A dispetto della semplicità degli interni, le porte erano ornate con disegni geometrici e disegni di piante, così com’è tipico in Oriente.
Mercato Coperto di Kirkkaşik Il mercato costruito nel periodo della Signoria di Ramazanoğullar (1579) è ricordato per gli ornamenti di cucchiai soprastanti la parte superiore. L’edificio, anche se fu usato nei primi tempi come mensa per i poveri e per la scuola, con la Repubblica divenne un bazaar coperto. L’edificio di forma rettangolare fu costruito in pietra. L’ingresso è consentito da due porte, ad est e a ovest, mentre ci sono 25 camere e sette cupole che lo coprono. Il mercato di Kirkkaşik dopo aver vinto il premio del concorso per il progetto dell’associazione delle città storiche, ha cominciato a raccogliere gli ospiti e i visitatori con la riorganizzazione dei negozi e degli uffici. I negozi, dove si vendono oggetti di artigianato realizzati in ceramica, legno, rame, argento, pelle e ricamo, i ristoranti dove si possono assaggiare le specialità di Tarso e le caffetterie dove si può godere il caffè turco fatto alla maniera di Tarso (Tarsusi), sono punti di attrazione turistica.
La scuola di Kubat Paşa (Museo Vecchio) L’edificio costruito dal Signore di Ramazanoğullari Kubat Paşa nello stile selgiuchide ha un importante posto fra gli edifici di istruzione realizzati fino ad oggi. Costruito da pezzi tagliati di pietra ha un solo piano con cortile aperto ed è interessante per la presenza di una porta principale che si apre verso ovest. Un’altra porta si apre sul cortile e vicino c’è anche l’ingresso principale. Entrambi gli ingressi sono coperti da una cupola. L’edificio ha 16 camere che si affacciano direttamente sul cortile. Gli ingressi delle camere e le finestre sono fatti di legno mentre i ferri delle finestre sono fatti a forma di poligoni collegati fra loro, così com’è nella tradizione ottomana. Con la sua bellezza che affascina i visitatori, la scuola è stata anche usata, per un periodo, come museo.
FLORA E FAUNA RIGOGLIOSE NELL’ACCOGLIENTE NATURA
Il fiume Tarsus (Kyndos-Berdan), la cascata e le tombe romane
Il fiume Tarso, chiamato Kyndos in epoca antica, fu poi chiamato Berdan, che significa acqua fredda. Il fiume Berdan è formato da ruscelli provenienti dai monti del Medio-Tauro, con le alluvioni che porta ha un importante ruolo nella formazione della pianura della Cilicia. Il fiume, lungo 142 km, forma tante curve nella pianura e ha avuto un ruolo importante anche nella scelta di Tarso come centro in cui vivere. Gli è stata fatta cambiare direzione dall’imperatore Giustiniano (527-565 d.C.) e venne usato fino alla fine dell’epoca romana; divenne poi una cascata larga e alta nella zona della necropoli antica. Quest’operazione, fatta per proteggere la città dalle fiumane, dà vita a una cascata alta 15 metri, una bellezza naturale a soli 4 km dalla città. La cascata, oltre alla sua bellezza panoramica, è anche un punto d’attrazione per le tombe romane circostanti. Soprattutto in primavera, quando le acque sono più abbondanti, verso il tramonto, la cascata e il laghetto diventano punti
affascinanti per gli amanti della natura e i fotografi.
Aree pic-nic e area balneare
La foresta di eucalipto di Karabucak è fra le aree preferite dagli amanti della natura. Anche questa area fa parte dell’Istituto di Osservazione Forestale e con le sue ricchezze è anche una zona di camping. La spiaggia di Beyaz Kum (Sabbia Bianca) offre ottime possibilità per chi vuole godere il sole vicino al mare.
CONOSCIAMO LE VARIE ATTIVITÀ TURISTICHE
Trekking La disponibilità della natura moltiplica le possibilità di scelta per le attività a Tarso. Il Giardino del Prete, il Fiume dell’Inferno, il Su Çati, la Valle di Cotone, il Çamliyayla sono esempi di località privilegiate per fare trekking. La zona Haçikiri situata sulla antica linea ferroviaria di Hijaz, oltre alle gallerie e ai ponti, è interessante anche per le foreste di pino ricche di ossigeno.
Rafting Ci sono vari canyon intorno a Tarso: a est Çakit, a nord Ulaş, a nord-est Taşobasi; sono formazioni dell’epoca Mesolitica. Soprattutto Çakit e Ulaş sono perfetti per le attività turistiche. Inoltre il Giardino del Prete e il Fiume dell’Inferno sono di grande potenza turistica.
Turismo in pianura Le pianure intorno a Tarso sono località ideali per potersi allontanare dallo stress e dal rumore quotidiano della città. Le case della pianura sono i posti preferiti per passare giorni tranquilli in mezzo alla natura.
Foto-Safari Potete partecipare ai foto-safari per immortalare le bellezze naturali e per scoprire la natura stessa del paese. Le rotte per il trekking sono anche destinazioni ideali per il foto-safari. Le foreste di pino e cedro sono impressionanti per il panorama. Si può valutare anche la possibilità di parapendio o ciclismo sul colle di Eshab- Kehf, sul Colle Kartal in Dadali e sul Colle Çanak dove ci sono le apposite piste. Inoltre potete partecipare ai concorsi off-road a Baharli o potete fare “la salita in cima” su Medetsiz.
Pesca dilettante Il pesce ha un posto importante nella cucina di Tarso. Con le barche o barchette da noleggiare potete partecipare alle escursioni di pesca tradizionale accompagnati da pescatori professionisti o semplicemente andare a pesca sul lago della diga per divertimento. Il lago Dipsiz sul deltoide Seyhan, il Lago Cinili sui Tauri, i Laghi Berdan sulle dighe, il fiume Berdan lungo 142 km e la cascata formata dai bracci del fiume, sono fra i posti preferiti.
Shopping A Tarso, che ha conservato il suo carattere storico, al di là del Mercato Vecchio, il Mercato di Kirkkaşik Bedesteni, la Fossa di San Paolo e l’Eshab-ı Kehf sono punti dove è possibile trovare negozi per acquistare souvenir. Soprattutto al mercato Kirkkaşik e al Eshab-ı Kehf si possono trovare articoli di ampia varietà. Fra questi ci sono i ricami locali, i tappeti artigianali di vari colori, i ricami di Şahmeran, i disegni su vetro e gli articoli artigianali di legno. Il grande mercato e il mercato vecchio sono i luoghi dove gli abitanti di Tarso vanno spesso e dove è possibile trovare articoli originali. In più, nelle campagne potete comprare dai mercanti locali mostarda di harnup, mostarda di andız, bandirma, olio di origano, liquirizia, olive, olio di oliva e tanti altri prodotti tipici e spezie del paese.
LA CUCINA DI TARSO
Tarso, grazie alla sua posizione geografica, ha una ricca tradizione gastronomica che unisce la cucina mediterranea, quella turca e quella del medio oriente. Per questo la carne, i cereali, e i cibi con latte e yogurt si trovano insieme. Il kebap è essenziale per la cucina basata sulla carne. Invece l’humus, al contrario delle cucine orientali, viene servito caldo e con abbondante burro. Findik lahmacun, içli köfte, dutmaç, paça, vertabit e mahluta, sono i piatti preferiti della cucina di Tarso. Çandir Eyasi, kaburga dolmasi, mumbar e sirdan sono le specialità locali. Inoltre i frutti di mare e il pesce, presentati con le insalate speciali locali, vi affascineranno sia come gusto che come visione. Per i dolci, invece, il baklava di Tarso, mamul, kerebiç, il dolce di zucca, tas kadayif, karakus e cezerye sono i piatti tipici. Oltre a questi, si consiglia anche di provare le spremute di salgam, boyan e karsambac, offerte dai venditori vestiti tradizionalmente.
GLI INDISPENSABILI DA FARE PRIMA DI FINIRE IL VIAGGIO
Vi consigliamo di non lasciare Tarso senza :
Vedere la Moschea di Bilal-i Habeşi e la Scuola di Kubat Paşa;
Visitare la Chiesa Monumentale di San Paolo e la Fossa di San Paolo;
Camminare sulla Via Antica di duemila anni, dove camminarono anche San Paolo,Cleopatra e Cicerone;
Vedere il luogo dei Sette Dormienti nella Grotta di Eshab-ı Kehf;
Visitare le Tombe di Lokman, Sit e Califfo Memun alla Moschea Ulu;
Vedere l’unica Moschea con la tomba del Profeta, la Moschea del Profeta Daniele;
Visitare il Bagno Şahmeran e ascoltare la leggenda;
Testimoniare l’architettura estetica delle case di Tarso;
Godere il Bagno Turco a Yeni Hamam;
Fare acquisti nei negozi situati nell’architettura storica del Mercato di Kirkkaşik;
Vedere il film in 3D della Battaglia dei Dardanelli nell’originale Posamine Nusrat;
Beneficiare dell’uva ispiratrice del Medico Lokman, la famosa uva bianca di Tarso;
Passeggiare sulle spiagge dove un tempo passeggiarono Cleopatra e Antonio;
Emozionarsi con escursioni, foto-safari, rafting e trekking;
Assaggiare i menu tradizionali di Tarso immersi nel panorama della cascata.
COME ARRIVARE? TRASPORTI
Arrivare in aereo : l’aeroporto di Adana Şakirpaşa si trova a 42 km a est della Città di Tarso
Arrivare via mare : dal porto di Mersin (dista 27 km da Tarso) ci sono dei motoscafi a Gazi Magosa
Arrivare in bus : da Tarso ci sono degli autobus per tutte le città della Turchia; gli autobus per Mersin e Adana sono molto frequenti (circa ogni 10 minuti)
Arrivare col treno : la stazione si trova a Yenice (dista 40 km da Mersin e 13 km da Tarso) ci sono treni con collegamenti sia nazionali che internazionali
CLIMA
Clima tipico mediterraneo, caldo d’estate e freddo e piovoso d’inverno.
Temperatura media annuale: 18,5 °C
Temperatura media d’estate: 25° C – 33 °C
GIORNI IMPORTANTI, FESTIVAL E ATTIVITÀ LOCALI
Eshab-ı Kehf, posto d’importanza sia per i musulmani che per i cristiani, ogni anno ospita scienziati, scrittori e religiosi per varie attività.
Ogni anno si organizza la festa dell’uva di Tarso, in cui ci sono conferenze e vari concorsi. Le attività che hanno come obiettivo l’espansione della conoscenza dell’uva di Tarso consentono ai turisti di passare piacevoli giornate.
Il 27 dicembre si festeggia la liberazione della città e in questo giorno sono molte le attività.
Ogni anno in aprile si corre fra gli edifici storici della città la semi-maratona
internazionale di Tarso.
Il 18 marzo, giorno dedicato ai martiri caduti in guerra, si svolgono cerimonie nel Museo dei Martiri dove è possibile vedere anche la nave Posamine Nusrat.
In settembre, invece, vengono festeggiate le sere di Poesia di Karacaoğlan.
INFORMAZIONI UTILI
Prefisso : (+90 324)
Prefettura : (+90 324) 613 98 27
Municipio di Tarso : (+90 324) 613 36 88
Ospedale Statale : (+90 324) 613 81 84
Ospedale S.S.K. : (+90 324) 613 12 94
Vigili : (+90 324) 624 20 18
Comune di Yenice : (+90 324) 651 30 05
Stazione di Mersin : (+90 324) 231 12 67
Stazıone di Yenice : (+90 322) 453 69 14
Albergo Tarso Mersin : (+90 324) 614 06 00
Ospedale Privato Omer Sayar : (+90 324) 614 02 31
Direzione del Museo : (+90 324) 613 18 65
Camera di Commercio di Tarso : (+90 324) 613 55 50
Carabinieri : (+90 324) 613 32 67
Parcheggio Pullman comunale : (+90 324) 624 69 32
NUMERI DI EMERGENZA
Vigili del Fuoco : 110
Ambulanza : 112
Polizia : 155
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